<

giovedì, settembre 24, 2009

Ditemi, per cortesia....come si fa a non essere d'accordo??


Le riflessioni di oggi di Michela Serra su La repubblica mettono tristezza, mettono a disagio ma...come si fa, purtroppo, a non essere d'accordo?
La pubblichiamo di seguito:

L´amaca

Basterebbero due fatti tra i tanti: le dichiarazioni dei redditi del 2007, fotografia oggettiva di un paese composto in larga parte di ladri; e l´affondamento di una trentina di navi (!!) cariche di rifiuti tossici al largo della Calabria; basterebbero questi due soli fatti, dicevo, per concludere che a essere davvero anti-italiana è l´Italia. Non l´opposizione, non la stampa estera, non i poteri forti, non la sola malavita: l´Italia nel suo complesso, la sua demente ignoranza delle leggi, i suoi cittadini che insozzano le città, i suoi evasori fiscali (decine di milioni di persone, carta canta), i suoi omertosi di ogni contrada e di ogni ceto sociale, le sue Tre Mafie Regnanti di Sicilia, Campania e Calabria.
Gli italiani remano contro se stessi con una lena che forse non ha eguali al mondo, fossero davvero "patrioti" come il loro padrone va dicendo parlerebbero solo delle trenta navi (!!) di rifiuti tossici affondate in Calabria, cercherebbero senza tregua i colpevoli di un crimine contro la Nazione così efferato e turpe, cose che neanche nella più scalcinata repubblichetta caucasica passerebbero sotto silenzio. Parlamento, governo e opposizione, se l´Italia non fosse così profondamente anti-italiana, da un paio di settimane non si occuperebbero che di questo: trenta navi (!!) di rifiuti tossici affondate da italiani davanti all´Italia.

Ti piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Etichette: , ,

... leggi tutto

mercoledì, ottobre 22, 2008

Perchè Ok Notizie è un Bluff (2a parte)


Tempo fa ci eravamo impegnati in una riflessione sofferta sui social network e su Ok Notizie in particolare.
I commenti al post(vedi post precedente)sembravano dare ragione all nostra amarezza.
Oggi a distanza di sei(6) mesi siamo costretti purtroppo a ritornare su quella riflessione.
Abbiamo postato (circa 30 minuti fa) proprio su Ok Notizie una notizia ("Crisi mercati. Il tragico dubbio del Times: aveva ragione Marx?(ma in Ok notizie questa non è una notizia!!)"
che dovrebbe se non altro incuriosire i suoi amministratori ma soprattutto i suoi utenti. Invece nulla!
La notizia prende 7 voti ok e finisce,dopo 30 minuti, in seconda pagna tra le più popolari. Bene direte...evidentemente l'argomento della crisi dei mercati e chi magari l'avesse prevista non è un argomento che appassiona o interessa gli utenti di ok notizie non interessa.
Saremmo d'accordo se così fosse e non ci sarebbe davvero nulla di male.
Il fatto è che invece hanno mandato in Home(e da un bel pò) la seguente notizia:
"Qualcuno aveva previsto questa catastofe finanziaria. Indovinate chi? ".
Direte ancora..beh e allora?
Quello che l'aveva previsto,secondo questa notizia, non era Marx ma i Baustelle con la canzone “Il liberismo ha i giorni contati”. Ora capite perchè ritorniamo sulla questione del ruolo di Ok Notizie e sul suo funzionamento?
PS.
il post sul Times e su Marx lo trovate sulla sinistra di questa pagina cliccando sul link "cronache da una provincia dell'impero:Napoli".

Etichette: , ,

... leggi tutto

martedì, aprile 22, 2008

Perchè Ok Notizie è un bluff e potrebbe rivelarsi addirittura dannoso


Chiunque frequenti la rete ha un'idea di cosa siano i blog e quale dovrebbe essere il ruolo dei bloggers.
Chiunque la frequenti assiduamente vive una situazione schizofrenica.
La rete sostengono molti(in italia il più famoso tra questi è B.Grillo) soppianterà gli attuali mezzi di informazione, giornali e televisioni sono ormai obsoleti forniscono informazioni drogate, sono autoreferenziali, non sono più media liberi o indipendenti.
L'informazione alternativa, quella non censurata nè filtrata dagli interessi dell'editore la trovi solo in rete.
Forse è stato così all'inizio e senz'altro lo è ancora in alcuni casi.
Dopo il boom dei blog sono nate le comunità di bloggers, piattaforme aggreganti che davano la possibilità agli utenti,bloggers e fruitori di blog, di scambiarsi notizie, informazioni e punti di vista diversi, alternativi, fuori dal "pensiero unico" e la propaganda. Per un pò queste comunità hanno risposto all'esigenza per la quale erano nate, poi,col pasare del tempo, le piattaforme si sono costituite per "appartenenza" politica o culturale e, nonostante siano diventate di parte, continuavano ad essere comunque veicolo di informazioni e opinioni fuori dal coro.
Da qualche tempo a questa parte però sono diventate delle vere e proprie vetrine del narcisismo dei bloggers.
Rispondono ormai a criteri simili a quelli dell'auditel televisivo, indipendentemente dalla originalità e qualità dei post pubblicati sui blog.
Una di queste è purtroppo Ok Notizie.
Chiunque abbia frequentato, più o meno assiduamente, nell'ultimo anno Ok Notizie si è reso conto che ormai le notizie,soprattutto quelle che vanno in copertina sono quelle che hanno avuto più share(punteggio e voti), indipendentemente dagli argomenti e il taglio proposti.
Con altri bloggers italiani con i quali collaboriamo(anche con giornalisti professionisti) abbiamo provato a postare le notizie più disparate e i titoli più accattivanti, taglio dei post critici o omologati. Sempre(tranne due volte in un anno) e invariabilmente non siamo neppure approdati in prima pagina.
Le sole due volte che è capitato erano notizie di gossip.
Ci sono notizie che in pochi minuti raggiungono voti e punteggi che le "spingono" in prima pagina indipendentemente dalla loro qualità, caratteristica "alternativa" o originialità.
Eppure da che mondo è mondo è "l'uomo che morde il cane" e non viceversa che fa notizia!
Cosa offre di diverso Ok Notizie all'utente che legge i giornali o vede la televisione?
Che informazione avrà l'utente che non legge i giornali e non guarda la televisione?
A che serve il web se entra a far parte del gioco autoreferenziale degli altri media?

Etichette: , , ,

... leggi tutto

giovedì, luglio 05, 2007

BASTAAA...(ecco perchè sulle pensioni ci mentono spudoratamante)

I grandi giornali, esperti, esponenti della Commissione Europea, intellettuali, politici di destra, politici riformisti(anche D'Alema)ci spiegano che dobbiamo essere preoccupati delle pensioni dei nostri figli, che non ci sono soldi e che quindi occorre approvare lo scalone altrimenti nel 2040 saremo alla bancarotta.
Bene, qualcuno si è preso la briga di andare a spulciare il bilancio dell'INPS e quello che ne viene fuori è sorprendente!
E' solo propaganda e pure becera...adesso BASTA!!
Non ci credete?..
La Repubblica GIOVEDÌ 5 LUGLIO 2007 › COMMENTI

Lettera aperta all´Inps sulle pensioni italiane
LUCIANO GALLINO

Signori Presidenti del Consiglio d´Amministrazione e del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell´Inps, abbiamo bisogno di lumi.
Siamo un gruppo di persone i cui figli e nipoti sono preoccupati perché temono che a suo tempo non avranno più una pensione, o almeno una pensione decente. Alla base delle loro preoccupazioni v´è un´idea fissa: che il bilancio dell´Inps sia un disastro, o ci sia vicino. L´hanno interiorizzata sentendo quanto affermano ogni giorno politici, economisti ed esperti di previdenza, associazioni imprenditoriali, esponenti della Commissione europea. Non tutti costoro, è vero, menzionano esplicitamente l´Inps. Ma tutti sostengono che le uscite dovute al pagamento delle pensioni risultano talmente superiori alle entrate da rappresentare una minaccia devastante per i conti dello Stato. Che tale deficit peggiorerà di sicuro nei decenni a venire, poiché pensionati sempre più vecchi riscuotono la pensione più a lungo, mentre diminuisce il numero di lavoratori attivi che pagano i contributi. Che allo scopo di ridurre il monte delle pensioni erogate in futuro bisogna allungare al più presto l´età pensionabile e abbassare i coefficienti che trasformano il salario in pensione. Dal complesso di tali affermazioni pare evidente che chi parla ha in mente anzitutto l´istituto che eroga quasi il 75 per cento, in valore, di tutte le pensioni italiane. Cioè l´Inps. E il suo bilancio.
Pressati dai nostri giovani - quasi tutti lavoratori dipendenti o prossimi a diventarlo – che ci domandano dove stia l´insostenibile pesantezza del deficit della previdenza pubblica che minaccia il loro futuro, abbiamo passato qualche sera, in gruppo, a scorrere il bilancio preventivo 2007 dell´Inps. Tomo I, pagine 933. E ora abbiamo un problema. Perché non siamo riusciti a comprendere da dove provenga la necessità categorica di elevare subito l´età pensionabile, e di abbassare l´entità delle future pensioni, pena il crollo della solidarietà tra le generazioni e altre catastrofi.
Quel poco che noi, genitori e nonni inesperti, crediamo d´aver capito lo possiamo riassumere così:
a) Lo Stato trasferirà dal proprio bilancio a quello dell´Inps, nel 2007, 72,3 miliardi di euro. Cifra enorme. Quasi 5 punti di Pil. Vista questa cifra (a pag. 90), ci siamo detti: ecco dove sta la voragine che minaccia di ingoiare le pensioni dei nostri figli e nipoti. Poi qualcuno ha notato che il titolo della pagina riguarda non il pagamento delle ordinarie pensioni, bensì gli oneri non previdenziali. I quali ammonteranno a 74,2 miliardi in tutto, coperti dallo Stato per la cifra che s´è detto e per 1,9 miliardi da altre entrate. Gli oneri non previdenziali sono per quasi la metà uscite che, per definizione, non presuppongono nessuna entrata in forma di contributi. Si tratta di interventi per il mantenimento del salario (2,5 miliardi); oneri a sostegno della famiglia (2,7 miliardi); assegni e indennità agli invalidi civili (13,5 miliardi); sgravi dagli oneri sociali e altre agevolazioni (12,7 miliardi). Sono tutti oneri sacrosanti, che lo Stato ha il dovere di sostenere. Ha quindi chiesto all´Inps di gestirli, cosa che dal 1988 l´Istituto fa con una cassa separata, la Gestione degli interventi assistenziali (Gias). Però chi prende il totale di questi oneri per sostenere che la normale previdenza costa ai contribuenti oltre 70 miliardi l´anno, per cui è necessario tagliare qui e ora le pensioni ordinarie, forse ha esaminato un po´ troppo alla svelta i bilanci dell´Inps. O, nel caso del Bilancio preventivo 2007, si è fermato a pag. 89.
b) Poiché quasi tutti i nostri giovani sono o saranno lavoratori dipendenti, siamo andati a cercare nel Bilancio quale rapporto esista tra le entrate del Fondo pensioni lavoratori dipendenti (Fpld) in forma di contributi, e le uscite in forma di pensioni. Anche qui, sulle prime, credevamo d´aver letto male. Il Fpld in senso stretto avrà un avanzo di esercizio, nel 2007, di quasi 3,5 miliardi (pag. 219). In altre parole i contributi che entrano superano di 3,5 miliardi le pensioni che escono. Ma poiché ad esso sono stati accollati, con gli anni, degli ex Fondi che generano rilevanti disavanzi (trasporti, elettrici, telefonici, più l´Inpdai, l´ex Fondo dirigenti di azienda che quest´anno sarà in rosso per 2,8 miliardi) il Fpld farà segnare un passivo di 2,9 miliardi di euro. Il bilancio Inps definisce appropriatamente "singolare" il caso del Fpld (pag. 162). In effetti esso appare ancor più singolare ove si consideri che il passivo degli ex Fondi, per un totale di 6,3 miliardi, è generato da poche centinaia di migliaia di pensioni. Per contro le pensioni del Fpld sono 9 milioni e 600.000, ben il 96 per cento del totale. Tuttavia sono proprio anzitutto queste ultime di cui la riforma delle pensioni vorrebbe ridurre l´entità, in base all´assunto che i lavoratori attivi non ce la fanno più ad alimentare un monte contributi sufficiente a pagare le pensioni di oggi e di domani.
Vi sono in verità altri temi, connessi al bilancio Inps, che nel nostro gruppo inter-generazionale di discussione han fatto emergere dei dubbi. Ad esempio: le pensioni di domani, indicano i grafici su cui siamo capitati, sarebbero a rischio perché senza interventi drastici sul monte pensioni esse arriveranno verso il 2040 a superare il 16 per cento del Pil, in tal modo generando un onere intollerabile per il bilancio dello Stato. Però a noi risulta che il totale delle pensioni pubbliche, erogate dall´Inps e da altri enti, al netto delle gestioni o spese assistenziali in senso stretto (le citate Gias) rappresentavano nel 2005, ultimo anno per cui si hanno dati consolidati, l´11,7 per cento del Pil. Le Gias valevano da sole oltre 2 punti di Pil, pari a 30,1 miliardi. Le gestioni previdenziali dell´Inps incideranno sul Pil del 2007 per il 9,7 per cento, ma se si escludono il Fondo Ferrovie e l´ex Inpdai arriveranno appena al 7,4 per cento (pag. 61).
A noi sembra quindi che chi disegna o brandisce scenari catastrofici per il 2040 (il 2040!) lasci fuori dal disegno un po´ tanti elementi. Tra di essi: il peso economico delle gestioni assistenziali (di cui una legge del 1988, la n. 67, dava già per scontata la separazione dalla previdenza); il fatto che i contribuenti, quelli che pagano i contributi, non stanno affatto diminuendo, bensì aumentano regolarmente da diversi anni (più 121.000 nel solo 2007: pag. 45); il peso rilevante dei deficit che non riguardano il Fondo dei lavoratori dipendenti in senso stretto; il fatto, ancora, che prendere come un assioma il rapporto pensioni/Pil significa voler misurare qualcosa con un elastico, visto che il rapporto stesso può cambiare di molto a seconda che il Pil vada bene o vada male. Com´è avvenuto tra il 2001 e il 2005.
Riassumendo: delle due l´una. O noi inesperti dei bilanci Inps abbiamo capito ben poco, e i nostri figli e nipoti han ragione di temere per le loro future pensioni ove non si decida subito di tagliarne il futuro ammontare. Se questo è il caso, restiamo in trepida attesa delle Loro precisazioni. Oppure dobbiamo concludere che quando, nelle più diverse sedi, si dipinge di nero il futuro pensionistico dei nostri giovani, si finisce per utilizzare i dati Inps, come dire, con una certa disinvoltura. Su questo, naturalmente, non ci permettiamo di chiedere un parere all´Inps.
... leggi tutto

mercoledì, aprile 04, 2007

Vediamo se INDOVINI.......

Oggi, su suggerimento di un amico blogger, vi propongo un esperimento.
Vi propongo una citazione storica e forse poco conosciuta e vi "sfido" a dirmi di chi è.
Eccola:
" Oggigiorno la gente non rispetta più nulla.Una volta mettevano sul piedistallo la virtù, l'onore,la verità e la legge....La corruzione dilaga nella vita del paese dei nostri giorni.
Dove non si obbedisce a un'altra legge, la corruzione è l'unica legge.
La corruzione sta minando questo paese. La virtù, l'onore e la legge sono scomparse dalla nostra vita
."
... leggi tutto

martedì, marzo 20, 2007

Meditate gente....Meditate......

LA CITAZIONE

"Nel mondo così com'è. il MONDO ALLA ROVESCIA,i paesi che custodiscono la pace universale sono quelli che fabbricano più armi e quelli che ne vendono di più agli altri paesi;
le banche di maggior prestigio sono quelle che riciclano più narcodollari o che custodiscono denaro rubato;
le industrie di maggior successo sono quelle che avvelenano il pianeta;
e la slvezza dell'ambiente è l'affare più brillante delle imprese che lo distruggono.
Il mondo alla rovescia ci allena a vedere il prossimo come una minaccia e non come una promessa, ci riduce alla solitudine e ci consola con droghe chimiche e con amici cibernetici.
Siamo condannati a morire di fame, di paura o di noia, se non accade che una pallottola vagante ci abbrevi l'esistenza.
Sarà forse questa, la libertà di scegliere fra quelle disgrazie minacciose, la nostra unica libertà possibile?"
da "A testa in giù" di Edoardo galeano - Sperling & Kupfer editori
... leggi tutto

mercoledì, ottobre 11, 2006

Un'auto fantastica!!

Sapete che ogni tanto mi piace segnalare pos particolarmente interessanti.
Oggi vi segnalo questo importantissimo ed inquietante post di Marco Vozza
(dal blog: "http://inlibera.blogspot.com".


11 ottobre 2006
Il giallo Eolo


Ricevo, pubblico ed approfondisco la segunte lettera.

"L'auto ad aria è... volata via.
Eolo, la vettura che avrebbe fatto a meno della benzina è stata fatta sparire. Perché?
VIVAMO IN UN MONDO DOVE CI VOGLIONO FAR CREDERE CHE IL PETROLIO E' IMPORTANTE QUANTO L'ACQUA.

Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di Bologna una macchina rivoluzionaria: la "Eolo" (questo il nome originario dato al modello), era una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare,fibra di canapa e resina, leggerissima ed ultraresistente.

Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocità di110 Km/h e funzionare per più di 10 ore consecutive nell'uso urbano.
Allo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20°, che veniva utilizzata d'estate per l'impianto di condizionamento.
Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6 ore il compressore presente all'interno dell'auto riempiva le bombole di aria compressa, che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento.
Non essendoci camera di scoppio né sollecitazioni termiche o meccaniche la manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta.

Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 18 milioni delle vecchie lire, nel suo allestimento più semplice. (Solo 3.000 delle vecchie lire il prezzo del pieno, NdR)

Qualcuno l'ha mai vista in Tv?
Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito www.eoloauto.it venne subissato di richieste di prenotazione: chi vi scrive fu uno dei tanti a mettersi in lista d'attesa, lo stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all'inizio del 2002: si trattava di pazientare ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitù della benzina, dai rincari continui, dalla puzza insopportabile, dalla sporcizia, dai costi di manutenzione, da tutto un sistema interamente basato sull'autodistruzione di tutti per il profitto di pochi.

Insomma l'attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un certo momento in poi non si hanno più notizie.

Il sito scompare, tanto che ancora oggi l'indirizzo www.eoloauto.it risulta essere in vendita.

Questa vettura rivoluzionaria, che, senza aspettare 20 anni per l'idrogeno (che costerà alla fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le stesse compagnie) avrebbe risolto OGGI un sacco di problemi, scompare senza lasciare traccia.
A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la traccia è nella testa di tutte le persone che hanno visto, hanno passato parola, hanno usato Internet per far circolare informazioni.

Tant'è che anche oggi, se scrivete su Google la parola "Eolo", nella prima pagina dei risultati trovate diversi riferimenti a questa strana storia .

Come stanno oggi le cose, previsioni ed approfondimenti. Il progettista di questo motore rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando gli si chiede il perché di questi ritardi continui. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa integrazione senza aver mai costruito neanche un'auto.
I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l'inizio della produzione a data da destinarsi, di anno in anno.

Oggi si parla, forse, della prima metà del 2006...

Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda? Certamente viene da pensare che le gigantesche corporazioni del petrolio non vogliano un mezzo che renda gli uomini indipendenti.

La benzina oggi, l'idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli molto ben progettati.
Una macchina che non abbia quasi bisogno di tagliandi nè di cambi olio,che sia semplice e fatta per durare e che consumi soltanto energia elettrica, non fa guadagnare abbastanza. Quindi deve essere eliminata, nascosta insieme a chissà cos'altro in quei cassetti di cui parlava Beppe Grillo tanti anni fa, nelle scrivanie di qualche ragioniere della Fiat o della Esso, dove non possa far danno ed intaccare la grossa torta che fa grufolare di gioia le grandi compagnie del petrolio e le case costruttrici, senza che "l'informazione" ufficiale dica mai nulla, presa com'è a scodinzolare mentre divora le briciole sotto al tavolo...."

Questa dunque la lettera ricevuta e postata.
Ma ecco quanto da me scoperto nelle peregrinazioni nella grande rete.
Sembra che, almeno inizialmente, alla base dei continui ritardi di produzione ci siano state delle difficoltà economiche per aprire gli stabilimenti, anche se la sperimentazione è sempre andata avanti con risultati positivi.

Arrivati agli inizi dello scorso anno, nel gennaio 2005, il gruppo Eolo Energie Srl lancia un nuovo generatore di elettricità ad aria compressa, presentato in anteprima mondiale a Palazzo Marini a Roma, dallo stesso Guy Negre, inventore della già citata automobile.
Il progetto, di ampio respiro, sembrerebbe estremamente valido, potendo applicare il generatore a tutti i vari sistemi complementari per la produzione di energia elettrica ed alla produzione di pompe di calore per il riscaldamento o il condizionamento delle abitazioni.
Una vera rivoluzione epocale, un cambiamento drastico nella vita presente e soprattutto nelle prospettive future del mondo.
Il problema è che di generatori... ancora non se n'è è generato nemmeno uno.
La produzione di quelli da 12 Kw doveva partire lo scorso anno, ma niente di niente.

Il 20 aprile dello scorso anno doveva essere presentato a L'Aquila un nuovo modello di trattore industriale ad aria compressa che dovrebbe essere questo qui

(fonte Eolo Energie Srl)

Ma... non se ne sa più niente neanche di questo.

Mi sono messo a cercare allora la MGN - Moteurs Guy Nègre -, gruppo fondato dallo stesso Nègre, ma non risulta alcuna traccia.

La Eolo Energie fa parte del gruppo francese MDI Energie.
Gruppo che, il 22 aprile 2005, a Nizza riunì un nutrito gruppo di investitori provenienti da tutto il mondo (Stati Uniti, Canada, ma anche Spagna, Irlanda, Polonia, India, Venezuela) per presentare prototipi e tecnologie del nuovo progetto, la mini-cat:


(fonte: Eolo Energie Srl)


(fonte: Telegraph)


C'è anche uno storico filmato riguardo a quella data che potete trovare qui

Ma da qui in poi il buio, tutto tace, non si sa se la produzione, sia dei generatori che delle mini-cat, sia entrata in funzione o meno e quando il tutto verrà commercializzato.

Ho scritto personalmente all'Amministratore Delegato della Eolo Energie; spero voglia rispondermi e vi terrò informato, ovviamente.
... leggi tutto

mercoledì, maggio 03, 2006

BerlusconiMANIA

Come sapete ogni tanto ci piace dare spazio a riflessioni non nostre ma che troviamo particolarmente interessanti e le offriamo all'approfondimento dei nostri lettori.
Oggi riportiamo ampi stralci di un articolo di Andrea Colombo su Il Manifesto.

"Berlusconi ha cambiato l’Italia più volte e in molti modi. Lo ha fatto negli anni ottanta costruendo con le sue televisioni un pubblico di spettatori pronti trasformarsi in elettori letteralmente da un momento all’altro. Lo ha fatto di nuovo nel ’94 e poi ancora, negli anni dell’opposizione, quando rivelò e allo stesso tempo rese irreversibile il superamento dei partiti di massa con il suo partito virtuale. Onore al merito o al demerito. (….) Tornare indietro sarà meno facile di quanto non sia apparso in campagna elettorale. Ma per quanto difficile, smontare l’edificio costruito dal cavaliere e dai suoi ministri non è impossibile.
Molto più arduo rischia di rivelarsi il campito di ovviare ai danni introdotti giorno dopo giorno nella mentalità degli italiani.(….) Giorno dopo giorno, anno dopo anno, condono dopo condono, Silvio Berlusconi e il suo unico vero alter ego, Tremonti, hanno legittimato, esaltato, beatificato i peggiori istinti dei loro governati.
Hanno reso l’egoismo sociale motivo di vanto e il concentrarsi esclusivamente sul tornaconto personale prassi consacrata.
Hanno introdotto nei fatti una concezione della politica deprivata di ogni elemento tranne il vantaggio a breve e sostituito il resto con una propaganda volutamente rozza.
Il cemento che tiene saldamente uniti misure come il ritorno della selezione di classe nella scuola, una divisione del paese misurata sul reddito, la cancellazione dei diritti nel lavoro e triviali provvedimenti studiati a misura di premier è stato sfacciatamente riassunto dallo stesso Berlusconi: “Pochi saranno tanto coglioni da andare contro i propri interessi”. E’ da questa eredità, che non lascia affatto indenne neppure il centrosinistra, che sarà davvero difficile liberarsi".
... leggi tutto

giovedì, marzo 23, 2006

Quando pensavamo di aver trovato tutte le risposte,ci hanno cambiato le domande.

Ormai la trasmisione L'infedele sta diventando fonte di riflessioni fuori dal coro. L'altra sera abbiamo sentito Lerner,dopo un lungo articolo sulle pagine de La Repubblica, affrontare con ospiti del calibro di P.Ichino e,fra gli altri,due protagonisti degli studenti parigini e euno studio pieno di giovani lavoratori precari italiani, il tema della flessibilità. Il tutto a partire dall'ultimo saggio di Richard Sennett sull'"uomo flessibile".
"Il saggio The corrosion of character di Richard Sennett si inserisce in questo filone di aspra critica della nuova società.
Nelle aziende, il reenginering e il downsizing hanno costretto migliaia di persone, anche con qualifiche elevate, al licenziamento, ma, fatto ancora più grave, hanno minato nell'individuo la fiducia in se stesso e nella società.
Un tempo esisteva una routine lavorativa, che non aveva soltanto deprimenti risvolti negativi. Infondeva sicurezza, determinava fedeltà alla propria azienda e lealtà nei confronti di colleghi e superiori, garantiva una carriera prevedibile, spesso in base alla sola anzianità, consentiva progetti a lungo termine. Permetteva di arrivare e in qualche modo di godersi la vita.
I lavoratori di oggi sono sempre in cammino, costretti ad inseguire i repentini e imprevedibili mutamenti economici, impossibilitati a reggere il ritmo degli incalzanti cambiamenti, angosciati dal futuro e dalla paura di non farcela, senza tempo da dedicare ai figli, senza modelli stabili da trasmettere, senza la possibilità di elaborare una narrazione, personale e lavorativa, che abbia uno sviluppo coerente e consenta loro di costruirsi un'identità passabilmente stabile.
Ad ogni cambio di lavoro, si riparte drammaticamente da zero. Superati i cinquant'anni, ma sovente anche prima, si è irrimediabilmente bruciati, esclusi da pregiudizi infondati ma tenacissimi.
Sennett descrive il vero volto del capitalismo americano, ma ammette che lo stesso cosiddetto capitalismo "renano" lo sta ormai imitando nell'inseguire un liberismo negatore del fattore umano.
L'economia, da mezzo si è tramutata in fine, ma i cambiamenti, il senso della loro presunta razionalità, sfuggono agli stessi protagonisti, i grandi magnati della terra, sempre più simili a giocatori d'azzardo.
Sennett, nella sua requisitoria arricchita da citazioni classiche, si spinge persino a criticare quelle aziende che affidano la loro immagine al lavoro di gruppo, al gioco di squadra, alla debole struttura a rete, anziché alla gerarchia piramidale.
Vede in queste proposte e rappresentazioni superficialità , mistificazione, indifferenza, deresponsabilizzazione.
È un libro, quello di Sennett, angosciante e quasi disperato, ma che fa riflettere. Se però la parte critica è accettabile, sono le alternative che non convincono. La strisciante nostalgia per la grigia routine burocratica e gerarchica, di cui si tacciono soprusi e umiliazioni, il plauso seppure sfumato da distinguo per l'immobilismo di qualche decennio fa, che affiorano in qualche parte del libro, l'elogio della dipendenza come base per lo sviluppo di soddisfacenti rapporti umani, non convincono del tutto il lettore.
Se il capitalismo odierno è disumano, lo è a mio avviso altrettanto la rigida burocratizzazione di ieri".
... leggi tutto

lunedì, novembre 28, 2005

PREGIUDIZI E REALTA'

Due quesiti fondamentali

Domanda n.1:Se conoscessi una donna incinta che ha gia avuto 8 figli,tre dei quali sono sordi
quattro ciechi, uno mentalmente ritardato, ed e' persino affetta da sifilide,

le consiglieresti di abortire?


Prima di rispondere leggi la prossima domanda!

Domanda n.2:
E' il momento di eleggere un leader mondiale e il tuo voto e' determinante.

Questo e' il profilo dei tre candidati possibili

Candidato 1-

In combutta con politici corotti ed uso consultare astrologi per le decisioni importanti.
Ha avuto due amanti ,fuma come un turco e beve dagli otto ai dieci martini al giorno


Candidato 2-


e' stato licenziato due volte, dorme fino a mezzogiorno, ha fatto uso di droghe all'universita
e beve un quarto di wisky ogni sera.


Candidato 3-

E' un eroe pluridecorato, e' vegetariano, non fuma,
beve occasionalmente un bicchiere di birra e non ha mai tradito la moglie.


Quale di questi candidati voteresti?


Decidi prima di andare avanti.



Non sbirciare il seguito!!!






Adesso ti diciamo a chi corrispondono i tre profili......








Candidato n.1 Franklin D. Roosevelt.
Candidato n.2 Winston Churchill.
Candidato n.3 Adolph Hitler.



E a proposito della domanda sull' aborto:

Se hai risposto si avresti appena cancellato Beethoven.



Adesso immagina di lavorare per una societa, che ha un po' piu' di 500 impiegati con le caratteristiche seguenti :


* 29 accusati di violenze coniugali
* 7 arrestati per frode
* 19 sotto accusa per aver firmato assegni a vuoto
* 117 responsabili, direttamente o indirettamente, di bancarotta fraudolenta
*3 sono stati in carcere per aggressione
* 71 interdetti dalle banche per protesti
* 14 arrestati per episodi connessi a droghe
* 8 arrestati per furti nei negozi
*21 sotto inchiesta
* 84 arrestati per guida in stato di ubriachezza.


Riusciresti ad indovinare di che organizzazione si tratta?





TI arrendi?





Si tratta dei 535 membri del Congresso degli Stati Uniti.

Non sempre i pregiudizi dettati dalle convenzioni aiutano ad essere saggi!!

Post edited by Lois Lane
... leggi tutto

martedì, novembre 15, 2005

SCHERZI A PARTE !?

Il Piano regolatore generale (Prg) mancava a Napoli dal 1972.
Nel 1993 Antonio Bassolino,eletto sindaco della città, decide assieme a Vezio De Lucia, suo assessore all'epoca, di mettere mano e risolvere una volta per tutte l'annoso problema.
Mentre Bassolino chiude al traffico Piazza Plebiscito, dà il via ai lavori per la metropolitana e si inventa il cosidetto "rinascimento napoletano", De Lucia si rimbocca le maniche e, senza avvalersi di consulenti esterni ma potenziando e valorizzando l'ufficio tecnico del Comune, traccia le linee del Prg.
De Lucia ha in mente un Piano "partecipato", frutto di centinaia di incontri ed assemblee di quartiere, è convinto assertore della programmazione e dell'indirizzo dell'ente pubblico e "impone" un approccio secondo il quale il "pubblico" traccia le regole e i privati intervengono rispettando quelle regole.Di più ritiene che Napoli abbia subito negli ultimi decenni uno sviluppo sregolato, una cementificazione ed un abusivismo selvaggio a danno dell'ambiente e della qualità della vita dei cittadini.
Si "inventa", partendo dal fatto che la città è agli ultimi posti in Europa in mnetri quadrati di verde per abitante, una cintura verde costellata di parchi urbani che circondino la città e la rendano più vivibile e più respirabile soprattutto per i bambini.
Parte finalmente la discussione e dopo centinaia di studi, incontri,assemblee, suggerimenti,si arriva a tracciare le linee generali del Piano.
Intanto nasce la secona giunta Bassolino e cambiano anche gli assessori compreso DeLucia. La sua impostazione però regge ai confronti, alle pressioni delle lobbi del cemento, degli albergatori, degli speculatori,dei politici di destra e di qualche moderno "riformista" di sinistra.
Finisce anche la seconda stagione di Bassolino, che nel frattempo si candida e viene eletto Presidente della Giunta Regionale, e diventa Sindaco Rosetta Iervolino.
L'iter del piano regolatore prosegue con altri confronti, qualche cambiamento, ritorni nelle varie commissioni consigliari finchè, dopo oltre dieci anni di cammino, vienne finalmente approvato in Consiglio comunale.
Per Napoli è un fatto storico.
Non solo per il fatto che finalmente si è dotata di un piano regolatore generale ma anche e soprattutto perchè dopo tanti anni la politica e gli interessi della stragrande maggioranza dei cittadini hanno vinto sugli interessi particolari, la speculazione immobiliare e la lobby del cemento.
Poi si passa ai PUA (Piano urbanistico attuativo) strumenti che una volta approvati dal consiglio comunale consentono di intervenire concretamente nelle zone interessate.
Per l'area di Bagnoli, dopo mesi di nuove discussioni,confronti con le categorie produttive, i cittadini residenti nell'area, infinite riunioni delle commissioni consigliari e ancora cambiamenti, si arriva alla sofferta approvazione finale in consiglio comunale.
Nel Pua sta scritto che a Bagnoli si debba fare "un Parco urbano(124 ettari complessivi)che dovrà ospitare "aree a verde,dove nascerà il più grande roseto d'Europa; aree attrezzate con panchine e piccoli laghetti artificiali; un area per spettacoli ed eventi all'aperto per 15000 spettatori, oltre a un percorso storico culturale che si snoderà attraverso un vero e proprio museo a cielo aperto tra i siti di archeologia industriale" dell'ex acciaieria.
Sembra un sogno ed invece è una bellissima realtà!
Ma...all'improvviso succede una cosa tipicamente napoletana, la gara che "Bagnoli Futura" (la Stu che sovrintende all'area di Bagnoli) ha indetto per la progettazione per il Parco Urbano viene annullata e conseguentemente reindetta perchè i partecipanti hanno "firmato" i loro lavori e quindi non hanno rispettato il principio dell'anonimato.
Ed ecco che....
(riportiamo dl Corriere del Mezzogiorno):
"Il presidente dell'Unione industriale di Napoli, Gianni Lettieri, dichiara " Ci saranno altri ritardi e questo non va bene ma siccome io provo a vedere sempre le cose in positivo, ritengo che il tempo necessario a ripetere la trafila concorsuale possa essere utilizzato per rivedere i contenuti del parco urbano stesso. L'idea del Parco da golf, proposta di recente dall'assessore regionale al Turismo Di Lello, mi sembra ottima. E comunque sempre meglio del roseto previsto attualmente". Sulla stessa linea il segretario della cgil Campania, Michele Gravano, ("credo che si possa ragionare seriamente su un green a Coroglio") e quello della Uil Napoli, Anna Rea "bisogna riaprire in fretta la discussione sul Parco di Bagnoli. E stavolta l'operazione va fatta superando ideologie e integralismi che hanno fatto fin troppo male alla città". e il Comune?
L'assessore allo sviluppo Nicola Oddati "alla luce di quanto accaduto con il concorso di progettazione,ritengo ci sia lo spazio politico e temporale per rilanciare il tema di una correzzione del progetto approvato. Bisogna immaginare innanzitutto un'attività economica in grado di produrre reddito per gli alberghi e di definire i contorni di un rapporto per la manutenzione dell'intero Parco. Il green a 18 buche? è una delle ipotesi più credibili". Oddati però non si ferma:"penso anche che dobbiamo fare in modo che il parco sia attraversabile. Chiaramente solo da taxi ed autobus"."
E perchè -aggiungiamo noi - non anche dagli automobilisti muniti di permesso speciale rilasciato dal Comune come accade tuttora per le corsie preferenziali?
Mentre leggo queste cose vedo alcuni cittadini napoletani che si guardano attorno sorpresi e stupiti. Uno di loro chiede ad alta voce " ma come? dopo oltre 10 anni di discussioni e dopo una solenne decisione in Consiglio Comunale si cambia tutto di nuovo!?"
Improvvisamente come in una famosa trasmissione televisiva sbucano due persone che con aria divertita esclamano:"MA PERCHE', TU DAVVERO CI AVEVI CREDUTO? ERI SU SCHERZI A PARTE!!!"

ps. roba che se l'avesse fatta il Berlusca....
... leggi tutto

mercoledì, settembre 21, 2005

NAPOLI ADDIO??

Perchè Napoli rischia veramente di sprofondare nell'anarchia e nel caos!
La copertina dell'Espresso "Napoli addio" ha destato scalpore e sconcerto. Certo è un titolo forte, il servizio è duro e provocatorio e infatti ha suscitato un vespaio. Tutti ne parlano a Napoli, i media ospitano opinioni diverse e contraddittorie, in rete la discussione ha invaso forum e blogs, i cittadini ne discutono tra loro, le istituzioni che governano la città gridano allo scandalo e al complotto e tendono a minimizzare(Iervolino) o a porre l'accento sulle cose positive(Bassolino).
Leggendo i giornali e seguendo il dibattito in rete si ha l'impressione che ci si divida tra chi pensa che l'Espresso, pur con toni provocatori, abbia reso un utile servizio alla città e chi, offeso, ritiene che il settimanale abbia esagerato e che ci sia una sorta di pregiudizio contro Napoli.
Naturalmente c'è chi sostiene, ormai rassegnato, che non ci sia più niente da fare e se potesse andrebbe via e chi,ottimista, crede che in fondo siano problemi che attanagliano anche le altre metropoli e che quindi se ne possa venire fuori.
Pur essendo ottimista io credo che Napoli viva uno dei momenti peggiori della sua storia recente e che sia molto difficile uscirne a breve. Penso anzi che si corra il serio pericolo di sprofondare nel degrado e nell'anarchia, in un contesto da legge della giungla in cui sopravvive solo il più forte.
Proviamo a fare una riflessione oggettiva basata sui dati di fatto.
Nell'ultimo ventennio la grande e media industria è quasi scomparsa dalla città e ad essa non si è sostituito nulla di altrettanto utile, i centri di eccellenza sono quasi tutti andati fuori, i grandi progetti di bonifica e sviluppo sono al palo(bagnoli, napoli est, tra tutti), la questione dei rifiuti dopo oltre dieci anni di commissariato straordinario non è affatto risolta anzi si è addirittura aggravata, la mobilità è scadente e il traffico è ormai asfissiante, l'inquinamento atmosferico raggiunge ormai soglie allarmanti soprattutto per la salute dei cittadini, il dissesto idrogeologico e la situazione fognaria pongono la città in balia di un qualsiasi temporale particolarmente intenso.
La violenza della piccola e grande criminalità ha reso ormai del tutto insicure tutte le zone della città, il problema della sicurezza e dell'ordine pubblico ha raggiunto livelli di guardia, ormai sono sempre di più i ragazzi che delinquono ed usano la violenza come regolatore della loro quotidianità.
Chi dovrebbe reagire, la società civile, è ormai allo sbando ed in preda alla paura e alla rassegnazione. Molti, troppi intellettuali e imprenditori sono agganciati al carro del potere e si limitano ad osservare o a qualche appello sui giornali, la classe politica che ci governa pare avulsa e indifferente ai problemi(salvo dichiarazioni indignate e promesse di intervento dopo l’ultimo episodio di cronaca più o meno eclatante, per poi non far nulla sino all'episodio successivo).
Ma il vero problema di Napoli, il vero vulnus che mina alla base le ragioni di una rinascita della città non è tanto la classe politica, più o meno capace, che governa le nostre istituzioni quanto quella di opposizione!
Ha ragione Migliore quanto denuncia la mancanza di un progetto, è vero che quelli avviati da Bassolino e dal centro sinistra si sono arenati ma quello di cui abbiamo veramente bisogno, la conditio sine qua non, è un opposizione politica degna di questo nome.
E' dalla caduta del pentapartito e dall'avvento di Bassolino Sindaco che l'opposizione è scomparsa. Un'opposizione incapace, silente, inconsistente e molto spesso consociativa ha caratterizzato questi ultimi dodici anni. A parte qualche roboante e demagogica denuncia di abuso dei telefoni del Comune da parte di qualche amministratore, qualche intercettazione telefonica data in pasto ai giornali, qualche manifesto inneggiante al mal governo cittadino, mai un candidato in grado di impensierire quelli del centrosinistra, mai una proposta o un progetto alternativo,
mai una denuncia puntuale su fatti concreti, insomma il vuoto.
Per uscire dalla situazione e dai problemi in cui si trova Napoli ha bisogno di un centrosinistra rinnovato nei programmi, nei progetti e negli uomini e, soprattutto, di un'opposizione degna di questo nome.
Pena il degrado ulteriore e lo scadimento in regime consociativo che mai, nella storia della democrazia, ha portato cose buone.
... leggi tutto

martedì, luglio 12, 2005

IL DRAPPO NERO e la maledizione di Napoli.......

Una volta sola a Napoli le "classi illuminate" provarono ad avere una funzione egemone(nel senso gramsciano del termine) ed "utile" per Napoli ma, purtroppo, fecero una brutta fine.
Durante La Repubblica Napoletana nobili come Donna Leonora e borghesi come Cuomo e Cirillo assieme ad un pugno di loro amici e pari condizione provarono a cambiare Napoli e la sua storica "indifferenza", la sua apatica ed indolente capacità di adeguarsi ad ogni sorta di condizione. Finirono quasi tutti al patibolo.
Forse proprio la tragica ed inutile(?)esperienza dei protagonisti di quello storico tentativo ha poi determinato la nascita e la crisi di una borghesia anomala che, a nostro avviso, rappresenta ancor oggi la vera(certo non unica) fondamentale causa dei problemi che attanagliano questa bella e sfortunata città.
Napoli ormai da tempo vive in un clima insicurezza e paura generale, scippi, rapine a mano armata, furti,violenza diffusa, che, accanto a problemi antichi ma acuiti di camorra sempre più invasiva, disoccupazione, traffico, emergenza rifiuti e rivolte "popolari" contro le forze dell'ordine, rende davvero difficile la vita quotidiana dei suoi cittadini.
In questo contesto assistiamo ad un serrato dibattito sui media cittadini, tentativi di accordi Bypartisan tra le forze politiche per chiedere al governo leggi più repressive, richieste di leggi speciali, lettere di scoramento e rasegnazione sui giornali, interventi di protesta e proposta sui blog della rete,scaricabarile nelle responsabilità e nelle competenze tra le istituzioni, iniziative spontanee di comitati e privati cittadini.
Tra queste ultime spicca per originalità e "successo" mediatico quella proposta (attraverso sms telefonici) attuata da Barbara Palmieri, rilanciata dal Corriere del mezzogiorno e fatta propria da una grossa fetta di borghesia napoletana, un"gruppo di persone sane, oneste, per bene" secondo la definizione della responsabile regionale per le Politiche Femminili di Forza Italia Clorinda Boccia Burattino.
La brava Barbara Palmieri( da tempo impegnata nel volontariato e nel sociale spesso in collaborazione con Alex Zanotelli)ha lanciato l'idea di appendere un drappo nero alla finestra o al balcone della propria abitazione in segno di lutto e di protesta contro il degrado e la deriva di Napoli, con la speranza che chi debba intendere intenda e chi si è distratto si svegli e - come scrive oggi sul Corriere Marco Demarco - "nella speranza che a vederli, qualche nervo ottico solleciti intelligenze sopite. E accenda qualche lampadina". Va bene, meglio tardi che mai! E però....c'è un però.
che tristezza dover constatare che affinchè la borghesia"sana e per bene" si svegliasse la criminalità diffusa abbia dovuto invadere i quartieri che essa abita e frequenta, abbia dovuto toccare i suoi interessi, abbia dovuto minacciare i suoi figli, sfondare le vetrine dei suoi negozi firmati, minacciare direttamente la sua vita "sana e per bene"!
Il nostro non è atavico ed ideologico pregiudizio di classe, non è rancore verso circuiti esclusivi e neppure malcelata soddisfazione perchè "anche i ricchi piangono". E' amara constatazione che la borghesia napoletana si muove solo ed unicamente per opportunismo!
Frequentiamo i suoi quartieri da anni e siamo testimoni del loro disprezzo verso le regole più elementari,sono i primi a non rispettare i semafori, a non pagare le tasse, a parcheggiare in doppia e tripla fila, ad affidare le loro auto ai parcheggiatori abusivi, ad invadere le corsie preferenziali, a non denunciare il raket, ad affidare le loro imbarcazioni agli abusivi dei moli di mergellina o di "manomozza" a Bagnoli, a costruire abusivamente, a non rispettare le regole.
Ricordiamo le cene nei loro salotti e nelle loro belle case dove anche il più timido accenno a ciò che accadeva in periferia, al degrado, alla miseria in cui vivono migliaia di bambini e ragazzi, alla violenza delle guerre di camorra e alla vita senza opportunità di migliaa di persone di quartieri come secondigliano, scampia ed altri terrificanti quartieri napoletani ci sentivamo immancabilmente rispondere "lascia che si uccidano fra loro", "vivi la tua vita", "non possiamo farci nulla", " non è un problema nostro" etc.
Invece no è anche un problema vostro signora mia! E' un problema di tutti.
Ben vengano, dopo la paura,tutte le iniziative, le mobilitazioni, le proteste, l'indignazione, purchè portino ad un ripensamento da parte di ognuno di noi del proprio ruolo civico, sociale e politico. Se da tutto questo nascerà un movimento che dopo una serena autocritica porterà ad un processo finalizzato a dare finalmente un ruolo di guida e di impegno vero alla borghesia napoletana forse potremo sperare davvero ad un cambiamento ed a una rinascita di questa bellissima e sfortunata città.
... leggi tutto

martedì, aprile 19, 2005

Se i Francesi dicono" NO"..

Perchè un atto così importante, direi fondativo, per le popolazioni dell'Europa sta passando quasi sotto silenzio nella maggioranza dei Paesi interessati il nostro compreso? Eppure si tratta della Costituzione Europea!
Il "Trattato per stabilire una Costituzione per l'Europa", sottoscritto a Roma il 29 ottobre 2004 se sarà adottato dai 25 paesi interessati costituirà il quadro politico del "vivere insieme" di circa 450 milioni di abitanti del Vecchio Continente. Ci saremmo aspettati un dibattito serrato in tutta Europa, discussioni accese, passioni e celebrazioni e invece nulla.
Mentre le elites politiche ed intellettuali danno quasi per scontata la sua approvazione e la sua necessità i popoli sembra non se ne curino, eppure è ormai chiaro a tutti che, a parte pochissime eccezzioni, le politiche economiche e sociali attuate su scala nazionale sono tutte derivanti da quelle decise a livello europeo. Sono quasi tutte simili a prescindere dal colore politico di chi governa.
I tempi per la ratifica del trattato sono di due anni, dalla Lituania che vi ha provveduto l'11 novembre 2004, alla Gran Bretagna nell'autunno del 2006.
Ovunque è stato già ratificato (dai parlamenti e con maggioranze imponenti) e lo sarà prossimamente il dibattito europeo era ed è quasi inesistente. Laddove si è svolto un referendum popolare il trattato è stato bocciato, come in Svezia dove il premier socialista non ha voluto correre il rischio di un nuovo referendum,e,ovunque, i popoli hanno votato contro nonostante la quasi totalità dei partiti fosse a favore.
Solo il Belgio e la Francia stanno affrontando un dibattito acceso e appassionato sulla questione, vivisezionando ed analizzando articolo per articolo il Trattato, ed è proprio in questi due Paesi che la maggioranza delle persone è fermamente contraria alla ratifica.
Il problema che quasi tutti i Partiti ed i governi hanno è il carattere ultraliberista della Costituzione, la direttiva Bolkestein ne è l'esempio simbolo, che mette "paura" ai cittadini ed ai lavoratori.Ultimamente, in un dibattito televisivo con 80 giovani, Il presidente francese Chirac per convincere gli euroscettici ha usato toni ed argomenti che hanno portato il settimanale britannico The Economist a definirlo uno dei dirigenti più a sinistra.
Molti sguardi europei sono oggi rivolti alla Francia,soprattutto quelli dove le elites hanno impedito una vera informazione e discussione fra la gente. Si ritiene, ed io credo fondatamente, che la vittoria dei NO in Francia nella consultazione del 29 maggio prossimo potrebbe rilanciare in Europa un dibattito di merito dagli esiti niente affatto scontati.
... leggi tutto

giovedì, marzo 31, 2005

e chi se ne FREGA !?

"la capacità degli ecosistemi di sostenere le future generazioni non può più essere certa".
Il più ampio e documentato compendio globale di dati e analisi sul degrado delle risorse del pianeta è stato diffuso ieri dall'Onu. E' il risultato di cinque anni di lavoro da parte di 1.360 esperti di tutto il mondo con la partecipazione di Onu, Banca Mondiale ecc.
"la protezione delle risorse ambientali non può più essere considerata come un accessorio extra, da affrontare solo dopo che interessi più pressanti, come la creazione di ricchezza o la sicurezza nazionale, siano stati risolti"- si afferma nel rapporto e continua - "Siamo alle soglie dell'estinzione di massa".
Bene.... allarmato ho comprato molti giormali per approfondire la notizia letta ieri notte su televideo ma, a parte Liberazione che ci apre e Il Manifesto e Repubblica che ci fanno una pagina interna con un richiamo in prima, il resto.........
della serie e chi se ne frega!?
vuoi mettere con la lite nella Cdl sugli statali o le liti tra Mussolini e Storace o "Banche, maxiofferta olandese", "il pisolino in ufficio è vietato", "la discesa in campo di Scelli" ?
... leggi tutto

mercoledì, marzo 30, 2005

BUONA PASQUA !

di ROSSANA ROSSANDA
Il mondo è uscito dai cardini, un'idea di democrazia sta uscendo dalla porta, presente e futuro sono instabili. Ma non se ne parla, le pagine si aprono sugli imbrogli di Storace e della Mussolini, sul deportato che ha accusato il padre di Storace di averlo picchiato nel 1941 e invece non aveva l'età, su l'Unità che si scusa. E' la campagna elettorale, si obietta. Ma no. Se ci si accapigliasse su quel che propongono a una regione il centrodestra e il centrosinistra, si capirebbe. La nostra particolarità nazionale è parlare d'altro, ridurre lo scontro politico, ammesso che ci sia, alle battute e alle risse, rendendo incolmabile il fossato che già separa i cittadini non solo dal ceto politico (non sarebbe una tragedia) ma dagli scenari dove la politica non è un gioco. Esempio. Sono due anni che Bush ha invaso l'Iraq prevedendo una guerra difficile ma una pace facilissima. Invece la guerra è stata facile, ma la pace non c'è, la guerriglia moltiplica i morti, americani, iracheni, i nostri ragazzi inclusi. Il 13 gennaio si sono svolte in Iraq elezioni approssimative ma commoventi e subito si è detto che la guerra era, sì, sbagliata, ma insomma i suoi risultati erano buoni. Sono passati oltre settanta giorni e gli eletti non riescono a darsi un governo perché rappresentano etnie e correnti religiose incapaci, per natura, di mediazione, che è quanto resta di quel disastrato paese. Non dovrebbe sorgere il dubbio che non sono le elezioni a fare la democrazia ma la democrazia a fare le elezioni? Ma che essa necessita di un lungo lavoro di semina e di secolarizzazione? Non l'ha fatto il progressismo arabo. Non l'ha fatto l'Urss finché ha avuto voce in capitolo. Non l'ha fatto l'Europa. Lo ha rinviato sine die la guerra di Bush. Del quale una sola delle previsioni si è verificata: la guerra sarebbe stata illimitata. Infatti.
Altro esempio, il conflitto israelo-palestinese. La colpa, ci è stato detto, era l'Intifada. A Intifada silenziata, Arafat tolto di mezzo dalla morte, Abu Mazen pronto al dialogo, Israele continua a tirar su il muro ed è così poco disposta a rientrare nei confini del 1967 che estende le colonie in Cisgiordania. Prima o poi anche Abu Mazen sarà con le spalle al muro, ma noi parliamo d'altro.
Altro esempio, la costituzione europea. L'unica al mondo - neanche quella di Stalin del 1936 lo faceva - a imporre un modello economico obbligatorio, che garantisce il mercato, la concorrenza e la competizione, con relative sanzioni, e nient'affatto le condizioni di vita dei popoli e degli individui in esso. Stava passando come una lettera alla posta, anche perché è un malloppo che pochissimi hanno letto, quando è stata divulgata la direttiva emessa da un personaggio dell'ex commissione Prodi, il signor Bolkestein, su una «liberalizzazione dei servizi» che istituisce pari pari le disuguaglianze in Europa. L'attuale leader della commissione, il portoghese Barroso e la sua squadra di ultraliberisti, l'hanno mandata avanti. Roba da svegliare anche i sindacati più dormienti. Con il risultato che il referendum voluto da Chirac che doveva essere in Francia un'ondata di sì, sta diventando un'ondata di no.
E in Italia? Nessuno ha battuto ciglio quando è passata alla Camera una riforma costituzionale che dà tutti i poteri al premier, lascia al capo dello stato un ruolo ornamentale, fa del Parlamento un luogo di consultazione non vincolante, scioglibile del resto a volontà del premier. Che siamo sulla via di diventare una repubblica di tipo ucraino non si è accorto nessuno finché tale riforma non è passata anche al Senato, a frittata fatta. Certo neanche l'opposizione non se ne deve essere indignata al punto da legarsi ai banchi e darsi fuoco per allertarci che si stava ammazzando la Repubblica. Forse qualcuno dei suoi leader pensa che un esecutivo onnipotente può sempre far comodo. In alternanza.
Scusi, vien da dire, può informarmi da che parte è uscita la democrazia? Veramente non ci ho fatto caso, dovevo badare alla salute del papa, a quella del principe Ranieri, alla povera Terri Schiavo, al digiuno della Mussolini, ai dilemmi di Bonolis e, secondariamente, agli spagnoli che ci vogliono mangiare due banche. Il resto agli italiani non interessa.
Fonte: www.ilmanifesto.it
... leggi tutto

martedì, marzo 22, 2005

DEMOCRAZIA A BASSA INTENSITA'

Riprendiamo un articolo di Joaquín Estefanía apparso su El País e riproposto sul numero 540 di Internazionale, in edicola questa settimana, nel quale si legge: “le democrazie sembrano perdere ogni giorno vitalità; in linea generale i cittadini preferiscono il sistema democratico, ma non lo ritengono capace di migliorare le loro condizioni di vita; la fiducia di cui godono i partiti politici è ai minimi storici; i cittadini hanno delle aspettative nei confronti dello stato, ma allo stesso tempo lo guardano con diffidenza; in alcuni casi, la spinta democratica che aveva segnato l’ultima parte del novecento si è notevolmente indebolita”.In sostanza, scrive Estefanía, “non si è passati dallo stadio della democrazia elettorale (il voto) alla democrazia della cittadinanza (la partecipazione). Una democrazia compiuta deve rivendicare la politica come lo strumento più adatto per risolvere i problemi, senza affidarsi ai free-riders che per risolvere le questioni sociali propongono soluzioni opportunistiche di corto respiro, che a lungo andare aumentano l’incertezza e l’inquietudine sociale”.
Il giornalista spagnolo scrive queste cose a proposito della presentazione del rapporto del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo dal titolo La democrazia in America Latina, verso una democrazia dei cittadini.A queste valutazioni, che non si sarebbe faticato a credere invece espresse in merito a paesi con esperienze di democrazia di più lungo corso come quelli europei, aggiungiamo le parole di Franco Bifo Berardi a proposito della sua replica alla proposta di discussione lanciata qualche settimana fa su Quinto Stato insieme a Carlo Formenti: “La cognitivizzazione del processo lavorativo, poi, rende particolarmente evidente l’inutilità della rappresentanza. Ogni trasformazione del processo di lavoro cognitivo è immediatamente trasformazione della relazione sociale, e della stessa materia che circola nella società. Ma il vuoto di rappresentanza che un tempo si determinava in forma di autonomia oggi si manifesta come pura e semplice impotenza. Soprattutto di impotenza immaginativa”.
Le parole di Estefanía e quelle di Bifo sembrano non lasciare scampo e aprono una finestra su uno scenario che ci risulta inaspettato, eppure quotidianamente percepito.Parole che impongono una riflessione profonda e chiedono risposte inequivocabili: è davvero così in crisi la democrazia? Ha fatto il suo corso e ha esaurito tutte la sue risorse l’istituto delle rappresentanza? E, se è così, quale sarà la strada da seguire, quale lo strumento per dare risposte alle istanze dei cittadini? Si andrà verso un sistema strutturato di lobbies istituzionalizzate?
28 MAGGIO 2004(da www.politicaonline.it)
... leggi tutto